26 luglio 2014

être /ange, di Paola Nasti



être /ange
(selon J.Lacan)
di Paola Nasti


Non tutta,
 non ancora,
non più.
Mi superi
e non mi raggiungi,
nel mentre
mi colmo di vento,
divento tutta
fuggendo. 

1 commento:

Unknown ha detto...

Arriva Paola Nasti in questa prateria di nominazione che ha inaugurato Nadia Cavalera. Pensiero, quello di Nadia, aperto ai rischi della solitudine, anche perché scavalca salutarmente la ginnastica di genere, usurata dal tempo nel mutamento sociologico e statistico, direi epidemiologico. A tale proposito ho fatto esperienza non molti mesi fa, in occasione di un incontro napoletano organizzato dal poeta Claudio Finelli per il poeta Franco Buffoni, dell'espressività del tutto nuova, felicemente spiazzante, di una generazione di ragazzi dell'Arcigay, liceali o matricole universitarie, spogliati degli orpelli e delle denotazioni decise delle generazioni che li hanno preceduti: denotazioni al loro tempo rivoluzionarie e benedette, ormai gettate via da questa uma(femi!)nità nuova, che non ne ha più bisogno. Ragazzi e basta, belli e spogli di denotazione sessuale. La poesia 'lacaniana' di Nasti arriva nella prateria di questo blog dalla via maestra della psicolinguistica moderna. Porta a noi lettori una sintesi antica che odora di guerre mai passate, e insieme una nuova speranza puntuta come sguardo che discernendo abbatte le differenze. Cavalera non è sola, e questa è una buona notizia.
Eugenio Lucrezi