Terra amissa
di Raffaele Ragone
Mi colgo a ripensarti preda nuda,
terra di montagna, polvere che suda,
terra scoperta a caso, che innesca
la catena del principio e della fine,
a vagheggiarti, dunque, terra di fragaria,
prodiga nei bocci, segreta nei recessi,
aspra come roccia, dischiusa all’aria.
di Raffaele Ragone
Mi colgo a ripensarti preda nuda,
terra di montagna, polvere che suda,
terra scoperta a caso, che innesca
la catena del principio e della fine,
a vagheggiarti, dunque, terra di fragaria,
prodiga nei bocci, segreta nei recessi,
aspra come roccia, dischiusa all’aria.
Invece sei la terra impervia di confine,
astratta, senza l’oltre né l’altrove,
fuori portata, invitta nell’altezza,
dove il vuoto è l’aria che s’inspira.
E devo immaginarti immaginaria,
la terra amissa che mentono che sia,
terra che fosti qui e in ogni dove,
cui pure un dì appartenni, e ch’ebbi mia!
astratta, senza l’oltre né l’altrove,
fuori portata, invitta nell’altezza,
dove il vuoto è l’aria che s’inspira.
E devo immaginarti immaginaria,
la terra amissa che mentono che sia,
terra che fosti qui e in ogni dove,
cui pure un dì appartenni, e ch’ebbi mia!
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