da MILLANTANNI, di Antonella Doria
*
*
foco o lingua
questo artificio ardente
questo fonico
fendente
ha gambe per passare mari
ha ponti per salvare sogni
miraggi che fragili non sono
sono dense durevoli parole
parole enigma maschera
parole dono e carezza
parole eros invisibile tonda
parola indistruttibile
C’era
una volta …
e la volta ritorna presente
ritorna a battere selvaggio
il cuore
in pancia alla terra
madre corpo madre sguardo
madre braccia culla e canto
un movimento circolare
rinasce il tempo a narrare creare
mondi
alchimia di parola che
senza fine cura e sana
…
*
sana l’inganno
del tramonto il dubbio
l’incubo di ombre insonni
nel tempo delle metropoli
nella bruma foresta di corpi
abitati l’anima impietrita
in occhi di Medusa
in un mare sudario
sana l’affanno
nel conto gravoso
dei giorni del guadagno
e della perdita in questa
materia in corso una partita
giocata
tutta in difesa
sana la paura
matrigna nell’urlo nero
della terra nel dolore che dà
vita alla vita instancabile corsa
al senso che nel cerchio racchiude
il corpo a corpo con la madre
sorgente del suo ritorno
…
*
Vedrai …
ritorna Mnemόsyne
ancòra intatto in bocca
un seme tiene … viene
nel passo che serba il colore
la forma del segno segue
a occhi chiusi il rivo il verso
il vento come la prima volta
a dire il mondo … come
la prima aurora lo stupore
della parola ritorna
camminando verso
un margine di senso
con balsami e unguenti
a
ricucire viene lo strappo
le macerie in corpo porta
un cuore selvaggio
e labbra e braccia memoria
di vita tiene nel ventre nel sole
nella trama del gioco … sarà
dolce fecondo l’incontro
…
Vedrai … …
AD.
***
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