24 luglio 2014

E comunque qui il mondo è tutto da rifare, di Donatella D'Angelo



E comunque qui il mondo è tutto da rifare
di Donatella D'Angelo


E lo dico a quelli che non alzano mai il naso al cielo, quelli che la rabbia è la loro guida, tra una bestemmia e una sberla, han sempre ragione loro. Quelli che ti tengono in una scatola perché hanno paura che tu possa guardare un po’ più in là. A quelli che non si sono mai allontanati dal proprio ombelico, mai abbastanza da guardarsi dritto negli occhi.

Lo dico a quelli che vivono solo entro i confini delle definizioni, che non osservano, che fanno della vita un catalogo di luoghi comuni. Che non si fanno domande, non si mettono in discussione, che comunque vada c’è sempre una porta da chiudere, una finestra da sbattere. E tanto a sbagliare è sempre l’altro.

Alle donne che imbracciano gelosia e invidia come un fucile di precisione, agli uomini lupo che non sanno fare l’amore, nemmeno a offrirgli la carne sul palmo della mano. A quelli che il corpo è peccato, e l’amore un romanzo. Quelli che il sentimento è una voce sul dizionario.

A quelli che hanno il senso di libertà vasto come il loro giardino, coi nanetti in bella vista e Biancaneve un po’ più in là. E il cancello elettrificato. Quelli che i limiti non si superano. Mai. Che normalità è la parola d’ordine e diversità una minaccia.

Quelli che non hanno idea di cosa sia l’Inferno, ma parlano di Paradiso. Che il dolore lo prendono freddo, dalla tv, con due cucchiaini di zucchero. Che con un poco di zucchero la pillola va giù. E vissero tutti felici e contenti.

Lo dico a quelli che non sanno avvicinarsi alla terra, alle origini, che l’anima ha un prezzo ed è deperibile. Che di naturale non hanno nulla. Nemmeno l’istinto.

Quelli che si aspettano che sia Dio a risolvere i problemi o il Principe Azzurro o il vicino di casa. Che la responsabilità è una malattia e la consapevolezza una barzelletta. Che stringi stringi tutto perde significato, anche le parole. Anche le mie.


(Donatella D’Angelo ©2013)

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