03 aprile 2015

Valeria Raimondi, POETI E TURISTI CONSAPEVOLI



POETI E TURISTI CONSAPEVOLI”
SARAJEVO – INCONTRI INTERNAZIONALI DI POESIA 2010-


Ma quanto sono stronze le parole.
TURISTI: non c’è mare né aria buona a Sarajevo,
solo bianchi cimiteri di collina con date tutte uguali
e lumache trascinate piano alla preghiera.
Consapevoli: io non capisco.
Non capisco la Città.
Temo ci colpiscano i cecchini da dietro la collina
mi pare di vederli giocare nella neve
ma forse son bambini.
Davvero io mi sporgo, mi agito, mi affanno
ma son troppo distante oppure non capisco.
Volteggio
in questo finto autunno di polvere balcanica.
Martire Città, ci provo ma non mi torna il conto:
che c’entra questo fiume rosso con l’altro Rosso,
questa viva con l’altra carne sparsa,
con gli occhi buoni degli amici
di là dalla collina?
No. Non posso, da questa finta Pace, da questa ignara Parte
capire cos’è una guerra, dire chi sono le canaglie.
E noi che ci spostiamo,
suonatori e parolai,
con piedi ben piantati e passi di pianura:
Ore 20.
Siam sempre puntuali in via Maršala Tita
al Kamerni Teatar, 55
(benedetti dall’alto da Saraljic)
Ed io con gli altri qui ad ubriacarmi di Poesia,
(Rakja che scalda il cuore)
tra gli echi degli spari cessati già da un pezzo
vorrei saperlo ora
il punto di vista di Dio,
da quale parte guarda
per giudicare il mondo.
Così io ora e qui, io che non so nulla
e muoio di Poesia,
io qui sospendo tutto:
la Rabbia ed il Dolore
la Storia ed il Giudizio.

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