31 agosto 2014

L'occhio di Allah, associazione Annassim



L’OCCHIO DI ALLAH

L'occhio raffigurato al centro della mano di Fatima è detto l’occhio di Mashallah ed è un amuleto contro il malocchio che serve a invocare la
protezione di Dio e a proteggere dalle malattie.
 In Marocco si mette in casa
proprio per allontanare le negatività. Nazar Boncuk in Turco, oppure chiamato
in Italiano come "Occhio di Allah", è un oggetto molto tradizionale in Turchia; è una perla di vetro blu utilizzata come talismano per proteggersi dal malocchio. Lungo la storia dell'umanità, in ogni cultura ed in ogni fede religiosa la figura
dell'occhio è concepita come un talismano che scaccia il male.
Tradizionalmente, le perle di Nazar sono fatte di vetro blu, con cerchi bianco,  giallo, e poi blu di nuovo nel centro. Ma oggi ci sono diversi tipi e diversi coloridi Nazar Boncuk che si usano anche per motivi decorativi.
Solitamente, le perle contro il malocchio hanno la forma di un occhio umano,
poiché secondo la tradizione e' la finestra che si apre verso il mondo e
l'occhio e' considerato come il primo punto di partenza dei pensieri buoni o
cattivi. E' per questo che per proteggersi dagli sguardi cattivi o dal malocchio,
si sono usate delle pietre di colore blu che, secondo la credenza popolare,
hanno un potere di assorbire questi sguardi negativi.

La parola Allah si trova nella lingua Sanscrita. Nella lingua Sanscrita Allah, Akka ed Amba sono sinonimi. Significano una Dea o una Madre. Il termine "ALLAH" forma una parte dei canti Sanscriti per invocare la dea Durga, anche conosciuta come Bhavani, Chandi e Mahishasurmardini. La parola Islamica che indica Dio non è quindi un'innovazione (bida), ma è l'antico termine Sanscrito conservato dalla tradizione Islamica. Allah significa Madre o Dea e Madre Dea.


Abbiamo raccolto e riflettuto sui segni e sui simboli portati a noi  dalle donne migranti soprattutto provenienti dall’area mediterranea ,  dal mondo arabo e del Medio oriente                                                                                  
 Abbiamo ascoltato i loro racconti orali  , raccolto oggetti e tradizioni dei loro paesi di provenienza , riflettuto sulla  loro lingua e il  suo valore semantico,
sicchè risulta evidente come siano portatrici inconsapevoli dei segni della Grande Dea   oscurata dal potere della religione monoteista dell’UNICO DIO MASCHIO  e come lo stesso lessico sia stato espropriato e capovolto nel significato, ad eslusiva esaltazione del maschile
                                                                                                                            
Le donne native e migranti di ANNASSIM …
L’occhio della Dea ci è stato portato da Songul dalla Turchia
le fonti orali sono  amiche turche e marocchine
L’impostazione grafica di Donata Vultaggio

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