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15 gennaio 2018
14 aprile 2015
03 aprile 2015
Valeria Raimondi, POETI E TURISTI CONSAPEVOLI
“POETI E TURISTI
CONSAPEVOLI”
SARAJEVO – INCONTRI
INTERNAZIONALI DI POESIA 2010-
Ma quanto sono stronze le parole.
TURISTI: non
c’è mare né aria buona a Sarajevo,
solo bianchi cimiteri di collina con date tutte uguali
e lumache trascinate piano alla preghiera.
Consapevoli: io
non capisco.
Non capisco la Città.
Temo ci colpiscano i cecchini da dietro la collina
mi pare di vederli giocare
nella neve
ma forse son bambini.
Davvero io mi sporgo, mi agito, mi affanno
ma son troppo distante oppure non capisco.
Volteggio
in questo finto autunno di polvere balcanica.
Martire Città, ci provo ma non mi torna il conto:
che c’entra questo fiume rosso con l’altro Rosso,
questa viva con l’altra carne sparsa,
con gli occhi buoni degli amici
di là dalla collina?
No. Non posso, da questa finta Pace, da questa ignara
Parte
capire cos’è una guerra, dire chi sono le canaglie.
E noi che ci spostiamo,
suonatori e parolai,
con piedi ben piantati e passi di pianura:
Ore 20.
Siam sempre puntuali in via Maršala Tita
al Kamerni Teatar, 55
(benedetti dall’alto da Saraljic)
Ed io con gli altri qui ad ubriacarmi di Poesia,
(Rakja che scalda il cuore)
tra gli echi degli spari cessati già da un pezzo
vorrei saperlo ora
il punto di vista di Dio,
da quale parte guarda
per giudicare il mondo.
Così io ora e qui, io che non so nulla
e muoio di Poesia,
io qui sospendo tutto:
la Rabbia ed il Dolore
la Storia ed il Giudizio.
08 febbraio 2015
Umafeminità, presentazione a Parma, 28 febbraio
Umafeminità, presentazione a Parma, Bar Cristallo (via Giosuè Carducci, 30B) 28 febbraio h 20,30.
Partecipano: Monica Boretttini, Nadia Cavalera, Maria Concetta Petrollo, Fausta Squatriti, Adam Vaccaro
Musiche al pianoforte di Giovanni Vezzani.
Umafeminità, Parma, Bar Cristallo_ | locandina |
13 novembre 2014
Umafeminità. Cento poet* per un'innovazione linguistico-etica, in uscita nelle librerie
E' in uscita nelle librerie
Umafeminità. Cento poet* per un'innovazione linguistico-etica
a cura di Nadia Cavalera
Edizioni Joker, € 13,00
Per gli ordini:
ordini@edizionijoker.com
10 novembre 2014
Maria Pawlikowska-Jasnorzewska, Donna-Icaro e Una vecchia, traduzione di Anna Śnieżyńska
Qualche parola in merito ad un possibile nome polacco per
il progetto “Uma-fem-inità”
In polacco risulta difficile coniare un’espressione
simile. Ora lo spiego.
“umanità” = “ludzkość”/“człowieczeństwo”;
“ludzkość” è un termine neutro, significa il complesso di
uomini e donne, ma anche la natura umana, ovvero le qualità del genere umano; “człowieczeństwo”
= la natura umana; tutte quelle qualità proprie dell’uomo
“uomo”= “człowiek”/“mężczyzna”
“człowiek” (“ludzie” al plurale) = termine neutro che
indica o un uomo o una donna, senza distinzione di sesso
“mężczyzna” (“mężczyźni” al plurale) = uomo = essere
umano di sesso maschile
“kobieta” = donna = essere umano di sesso femminile;
“kobieta” (“człowiek”) + “mężczyzna”( “człowiek”) =
“ludzie” (“uomini”) , termine a parte, di una radice diversa, che ingloba
entrambi i sessi
Si vede che noi polacchi siamo proprio neutri per quanto
riguarda il termine per indicare la specie umana: etimologicamente non viene
dalla parola “uomo” nel senso biologico, non ha una matrice
linguistica maschile come in italiano, per cui secondo il mio modesto
parere risulta impossibile creare il neologismo che interessi il progetto
“Umafeminità”.
Ciò nonostante, approvando l'idea di cambiare il vostro "umanità" (troppo legato nell'origine al termine "uomo") in "umafeminità" (rispettoso della donna),
propongo due poesie della mia poetessa
polacca preferita che visse nella prima metà del XX secolo, Maria Pawlikowska-Jasnorzewska, che
fu una Donna consapevole dei propri pregi, colma di sensibilità unica e di
desideri di cui non si vergognava mai.
Kobieta-Ikar
Kobieta-Ikar leci dłużej, bo jest lżejsza.
Powietrze ją unosi i wiatr ją chwyta pod ramię.
Wzlatuje bez nadziei, uśmiechnięta jak gejsza -
po czym spada tak ciężko
jak kamień. |
Donna-Icaro
Donna-Icaro vola più a lungo perché non pesa niente.
L’aria la solleva e il vento per il braccio l’afferra.
S’innalza disperata, come una geisha sorridente -
e poi come una pietra
cade di piombo
a terra.
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Stara kobieta
Zmęczona, ledwie idzie,
na kiju się opiera,
przejechana przez życie
jak przez złego szofera.
Oblicze jej pocięte
jak gdyby ostrym mieczem,
wśród naszych młodych twarzy
zawiewa średniowieczem.
Jest złamana, pogięta,
pocięta, poorana,
i tylko jej kobiecość
to zagojona rana.
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Una Vecchia
Stanca, cammina a stento,
si sostiene con un bastone,
travolta dalla vita,
come un pirata travolge un pedone.
Il suo volto solcato
pare opera di un tagliente pugnale,
tra i nostri volti giovani
ha qualcosa di medievale.
È distrutta, storta,
solcata, scavata,
e solo la sua femminilità
è una ferita cicatrizzata.
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